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La tessera del tifoso è uno strumento di fidelizzazione adottato in Italia dalle società di calcio, dopo una direttiva del Ministro dell'Interno del quarto Governo Berlusconi Roberto Maroni del 14 agosto 2009, che prevede verifiche della Questura al fine identificare i tifosi di una squadra calcistica o della Nazionale di calcio dell'Italia. È rilasciata dalle società sportive e va quindi richiesta al proprio club; ha validità di 5 anni.
In un primo momento la regolamentazione doveva entrare in vigore dal 1º gennaio 2010, così da rendere obbligatorio il possesso della tessera per seguire la propria squadra in trasferta a stagione 2009-2010 iniziata, mentre il 21 novembre 2009 viene comunicato che il Ministro Maroni ha accolto la richiesta delle società di perfezionare l'iniziativa e rispondere alle esigenze dei club e prorogato l'avvio della normativa fino all'inizio della stagione agonistica 2010-2011, così da avere tutte le società favorevoli.
Rapporti con il sottoscrivente
Uso principale
È utilizzata per seguire la propria squadra in trasferta ed entrare nei settori dello stadio riservato agli ospiti, ma può servire anche per snellire il controllo dei documenti ai varchi, o dalle società per incrementare il merchandising.
Dati generali
Il rapporto che si instaura tra la società sportiva e il tifoso sottoscrivente è analogo a quello che c'è nel mondo commerciale, dove i dati sensibili e personali sono conservati solo dalle società e utilizzati nel rispetto della legge sulla privacy. Il costo si aggira mediamente intorno ai 10 euro.
È delle dimensioni di una normalissima carta di credito (formato A8), con micro-chip e foto del possessore.
Condizioni per il possesso
Secondo il Ministero degli Interni, sono esclusi dal programma i condannati per reati da stadio (anche con sentenza non definitiva) entro i 5 anni successivi alla condanna e coloro che sono sottoposti a Daspo.
Vantaggi
Permette di "costituire" la categoria degli spettatori "ufficiali"
Garantisce più sicurezza, perché esclude i soggetti sottoposti a Daspo o a condanne per reati da stadio
Nel tempo determinerà la costituzione dei così detti "dipartimenti dei tifosi", applicazione già apprezzata in altri paesi europei.
Controversie
Nel mondo sportivo e politico italiano sono seguite morbide o dure posizioni in merito.
Inizialmente, tra le società italiane, solo l'Inter aveva seguito in pieno la normativa, mentre il Milan non aveva inserito la foto nella tessera; la Juventus aveva dato il suo via libera. Forte opposizione c'è stata invece soprattutto da parte del Catania, per voce del suo amministratore delegato Pietro Lo Monaco, che fa paragone con un regime totalitario.
Altri favorevoli alla tessera sono stati per esempio il Presidente della Lazio Claudio Lotito, che dice che «la tessera del tifoso non è un mezzo di repressione ma di prevenzione».
Contrari sono stati il Presidente del Torino Urbano Cairo, che ha affermato che «è destinata a disincentivare la presenza allo stadio» e l'allora Commissario Tecnico della Nazionale italiana Marcello Lippi, contrario a «qualsiasi forma di schedatura».
Dura però la posizione del Ministro dell'Interno Roberto Maroni, che afferma che «chi non ha la tessera, rischia di non poter più andare in trasferta». La sua posizione ha generato un botta e risposta con il Presidente del Palermo Maurizio Zamparini, che ha definito questa normativa «un atto di fascismo, da sistema poliziesco».
Una forte opposizione c'è stata poi dal mondo degli ultras, rappresentati dall'avvocato Lorenzo Contucci, il quale sostiene che «è l'anticamera della carta sui diritti civili, un provvedimento da Ventennio». Numerose sono state poi le proteste e le iniziative personali prese dai singoli gruppi di tifosi sparsi in tutto lo stivale.
Ha fatto molto discutere anche la dichiarazione del calciatore della Roma e della Nazionale italiana Daniele De Rossi, che alla vigilia dei Mondiali sudafricani dichiara: "Non voglio entrare in certe polemiche, ma allora dovrebbero fare una tessera anche per il poliziotto"
La tessera del tifoso è uno strumento di fidelizzazione adottato in Italia dalle società di calcio, dopo una direttiva del Ministro dell'Interno del quarto Governo Berlusconi Roberto Maroni del 14 agosto 2009, che prevede verifiche della Questura al fine identificare i tifosi di una squadra calcistica o della Nazionale di calcio dell'Italia. È rilasciata dalle società sportive e va quindi richiesta al proprio club; ha validità di 5 anni.
In un primo momento la regolamentazione doveva entrare in vigore dal 1º gennaio 2010, così da rendere obbligatorio il possesso della tessera per seguire la propria squadra in trasferta a stagione 2009-2010 iniziata, mentre il 21 novembre 2009 viene comunicato che il Ministro Maroni ha accolto la richiesta delle società di perfezionare l'iniziativa e rispondere alle esigenze dei club e prorogato l'avvio della normativa fino all'inizio della stagione agonistica 2010-2011, così da avere tutte le società favorevoli.
Rapporti con il sottoscrivente
Uso principale
È utilizzata per seguire la propria squadra in trasferta ed entrare nei settori dello stadio riservato agli ospiti, ma può servire anche per snellire il controllo dei documenti ai varchi, o dalle società per incrementare il merchandising.
Dati generali
Il rapporto che si instaura tra la società sportiva e il tifoso sottoscrivente è analogo a quello che c'è nel mondo commerciale, dove i dati sensibili e personali sono conservati solo dalle società e utilizzati nel rispetto della legge sulla privacy. Il costo si aggira mediamente intorno ai 10 euro.
È delle dimensioni di una normalissima carta di credito (formato A8), con micro-chip e foto del possessore.
Condizioni per il possesso
Secondo il Ministero degli Interni, sono esclusi dal programma i condannati per reati da stadio (anche con sentenza non definitiva) entro i 5 anni successivi alla condanna e coloro che sono sottoposti a Daspo.
Vantaggi
Permette di "costituire" la categoria degli spettatori "ufficiali"
Garantisce più sicurezza, perché esclude i soggetti sottoposti a Daspo o a condanne per reati da stadio
Nel tempo determinerà la costituzione dei così detti "dipartimenti dei tifosi", applicazione già apprezzata in altri paesi europei.
Controversie
Nel mondo sportivo e politico italiano sono seguite morbide o dure posizioni in merito.
Inizialmente, tra le società italiane, solo l'Inter aveva seguito in pieno la normativa, mentre il Milan non aveva inserito la foto nella tessera; la Juventus aveva dato il suo via libera. Forte opposizione c'è stata invece soprattutto da parte del Catania, per voce del suo amministratore delegato Pietro Lo Monaco, che fa paragone con un regime totalitario.
Altri favorevoli alla tessera sono stati per esempio il Presidente della Lazio Claudio Lotito, che dice che «la tessera del tifoso non è un mezzo di repressione ma di prevenzione».
Contrari sono stati il Presidente del Torino Urbano Cairo, che ha affermato che «è destinata a disincentivare la presenza allo stadio» e l'allora Commissario Tecnico della Nazionale italiana Marcello Lippi, contrario a «qualsiasi forma di schedatura».
Dura però la posizione del Ministro dell'Interno Roberto Maroni, che afferma che «chi non ha la tessera, rischia di non poter più andare in trasferta». La sua posizione ha generato un botta e risposta con il Presidente del Palermo Maurizio Zamparini, che ha definito questa normativa «un atto di fascismo, da sistema poliziesco».
Una forte opposizione c'è stata poi dal mondo degli ultras, rappresentati dall'avvocato Lorenzo Contucci, il quale sostiene che «è l'anticamera della carta sui diritti civili, un provvedimento da Ventennio». Numerose sono state poi le proteste e le iniziative personali prese dai singoli gruppi di tifosi sparsi in tutto lo stivale.
Ha fatto molto discutere anche la dichiarazione del calciatore della Roma e della Nazionale italiana Daniele De Rossi, che alla vigilia dei Mondiali sudafricani dichiara: "Non voglio entrare in certe polemiche, ma allora dovrebbero fare una tessera anche per il poliziotto"