26/06/12
Pseudo Editoriale
E' veramente difficile portare avanti testate giornalistiche, siti web, blog e quant'altro nei periodi di magra. L'estate è un bel dimenticatoio, e alla Vjs Velletri non può che far bene dimenticare il disastro appena trascorso. L'assenza di notizie, ribadita da più settimane nei precedenti post, non fa ben sperare ma forse è meglio avere il silenzio che eterne incertezze.
Senza ritornare sulle solite tematiche inerenti la mentalità e la programmazione, è chiaro che più si tarda a sistemare gli assetti tattici e di scrivania e meno sono le speranze di ambire ad un ruolo da protagonisti. E' anche vero che due anni fa i rossoneri di Iltini a Giugno dovevano sparire e l'anno successivo si sono ritrovati quinti, mentre è successo l'esatto inverso in questo mesto 2011-12. Ma non si può andare avanti con i corsi e ricorsi storici: sono spesso consolatori (vedi Italia-Inghilterra, con l'imbattibilità azzurra in corso da 35 anni), però non sempre adatti a placare una voglia di calcio dilagante in una città disamorata.
Le continue accuse di incompetenza per i risultati conseguiti sul campo sono lo specchio fedele di un tifo che difficilmente decollerà e aumenterà di numero se non con progetti eclatanti. Ci vuole uno sceicco, per cercare di ripopolare la tribuna dello "Scavo". L'esempio del Salerno Calcio, preso in custodia da Lotito, è emblematico: dalla scomparsa del calcio ai 12.000 spettatori (forse mai visti in Serie D) il giorno della promozione tra i professionisti (3-1 al Monterotondo). Si dice spesso che l'abito non fa il monaco, ma in questo strano mondo del calcio forse i progetti fanno breccia nel cuore dei tifosi e la capienza può essere massima solo di fronte a dei progetti eclatanti volti a dimenticare un ventennio di anonimato.
Non che non ci si diverta a battere il Borgo Podgora, l'Acilia o l'Almas, società di tutto rispetto. Ma come ben si sa è a suon di vittorie che si conquistano nuovi tifosi, e Velletri può contare soltanto su poche decine di fedelissimi attaccati a tal punto da accontentarsi del 3-1 sul Palocco. La massa però si attira portando in alto il nome della città, e non certo in campetti di terra sperduti nei quartieri di provincia. Se ci proponessero la Torres, l'Arzachena, il Cynthia, il Pomigliano, etc già sarebbe un'altra musica.
In conclusione, cosa aspetta alla Vjs Velletri nel 2012-2013? Non lo sappiamo, e ci scontenta essere ignari di quanto accadrà. Il prolungato silenzio e la mancanza di informazioni non fanno che accentuare un disinteresse già alle stelle. L'unico augurio è che si torni grandi, si disputi una Prima Categoria da vertice ( e guai a pensare che sia semplice) e si torni in Promozione. Senza puntare ad annate di transizione.
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